L’adozione di 1300 cani e gatti era l’anticamera della vivisezione, aprile 2007

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view post Posted on 1/3/2009, 17:02
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Lei certamente non rischia di essere un ortaggio, perché perfino un carciofo ha un cuore (Il favoloso Mondo di Amelie)

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IL GIORNO BERGAMO BRESCIA
7 APRILE 2007

ANCHE L’ASL DI BRESCIA VITTIMA DELLA TRUFFA
L’adozione di 1300 cani e gatti era l’anticamera della vivisezione

di RAFFAELLA FOLETTI

UN’ASSOCIAZIONE animalista che ha sede in un canile del Bresciano convenzionato con l’Asl. Un’altra struttura privata in zona che, pur non essendo a norma, ospita cani e gatti. E un analogo sodalizio nel Milanese. Sono otto gli indagati che fanno capo alle tre realtà «insospettabili» per i quali il pm di Brescia Simone Marcon ha chiesto il rinvio a giudizio, che sarà discusso il 2 maggio nell’udienza preliminare davanti al gup Carlo Bianchetti. A conclusione dell’inchiesta durata due anni, la Procura ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Azienda sanitaria locale, falso in atto pubblico, maltrattamento di animali.
PER GLI INQUIRENTI, quelle associazioni e quei canili sarebbero stati punti di snodo del traffico illegale di cani e gatti verso Germania e Svizzera. Oltre 1.300 soltanto gli animali che, partiti da tutta la regione, sono stati intercettati a fine 2004 su vari tratti autostradali — a Brescia e Bergamo, per esempio — a bordo di camion sequestrati dai Nas della Lombardia. Da dove provenivano, e che fine avrebbero fatto? Se lo chiedono i volontari delle associazioni Arca di Palazzolo e Laica di Erbusco, Adro, Capriolo.
OLTRE TRECENTO ANIMALISTI che prima prestavano fatica e denaro nelle due strutture finite nei guai, quando hanno capito che qualcosa non quadrava hanno sporto denuncia avviando le indagini.
Ora si augurano che sia celebrato un processo. «Arrivavano anche otto setter in una volta — racconta Vittoria Grandossi, 66enne, maestra in pensione ad Adro, animalista — Non riuscivamo a farci dire da dove provenissero. Sono cani da caccia, non randagi. Invece di gatti senza casa ce ne sono intere colonie, la loro scomparsa quasi non desta sospetto».
Poi gli animali sparivano in massa: «I cani andavano in Germania e i gatti in Svizzera. La nostra responsabile, ora indagata, sosteneva che venissero adottati in paradisiaci canili. E per ogni adozione prendeva dall’Asl 45 euro. L’accusa dice che gli animali fossero falsamente affidati a persone che ne erano ignare, e spediti all’estero con certificati artefatti di buona salute anche per cani malati. Pare che venissero pagati anche 300 euro ciascuno e che il loro vero destino fosse la vivisezione». Proprio su questo destino sono aperti altri fascicoli a Brescia, Bergamo, Bolzano e altre Procure.
 
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